Ricadute del gender nella società. Ma è anche la società che ha prodotto il gender. Vediamo perché.

Il gender non arriva a caso: riflessione sulla trasformazione della società: dall’economia di mercato, con perimetro cristiano (anni Sessanta, Settanta, esempio Olivetti); alla società di mercato, senza perimetro cristiano, fino al supermercato

Oggi è la società delle pulsioni dell’io (declinazione o negazione delle libertà liberali), del desiderio compulsivo, la stessa economia non si basa più sulla soddisfazione delle necessità, ma sulla soddisfazione del desiderio. E’ la società Frankenstein, dove Marx e Adam Smith si sono incontrati sulla strada di Marcuse (il ’68, il soggettivismo, la libertà senza autorità, responsabilità, la mistica dei diritti senza i doveri)

Pier Paolo Pasolini aveva già individuato e denunciato questo pericolo, basta rileggere i suoi Scritti Corsari e le Lettere luterane. Il regista metteva in guardia i politici, la cultura e i cittadini, dall’omologazione repressiva, finto-buonista, ossia il consumismo, l’edonismo di massa, che non ha più bisogno della dimensione spirituale, della religione (Dio è il consumo, il benessere). Per lui, ed eravamo nel 1974, il perfetto consumatore non poteva che essere divorzista, abortista. E oggi aggiungo io, favorevole all’utero in affitto. Intuendo un aspetto geniale: doveva partecipare al congresso del partito radicale, preparò una relazione, che non lesse. Nella quale avvertiva Pannella e la Bonino, che la vittoria del divorzio, non aveva visto il trionfo dei diritti civili, ma dei diritti del consumatore, smascherando la vera ragione sociale dei radicali, e quella che oggi io chiamo la società radicale di massa che Renzi sta costruendo, giuridicamente, politicamente, culturalmente e legislativamente: è sufficiente mettere insieme i paletti: gender nelle scuole, ultra garantismo, mancanza di certezza della pena, legalizzazione delle droghe leggere, doppio cognome, divorzio breve, unioni civili come apripista dei matrimoni gay (equiparati agli etero), utero in affitto (non è maternità surrogata).

E sempre Pasolini, avvertiva anche la Chiesa: se non si mette a capo di una grande opposizione al consumismo, scompare. Altro, sostiene, che fossilizzarsi su dispute teologiche o sul bikini, inseguire categorie politico-ideologiche (catto-comunisti, cattolici-liberali). Il pericolo mortale per la Chiesa era Carosello: la rappresentazione repressiva di un’altra società, di un’altra famiglia, di altri valori. Modello edonista non proposto, ma rappresentato come reale e vero.

Visto che qualcuno ritiene inesistente la teoria Gender (per rimuovere il problema, nulla è gender, tutto è gender, cara ministro Giannini, e i genitori non sono paranoici, ma allarmati): è l’ultima puntata di un disegno che viene da lontano.

Ecco i suoi elementi teologici:

  • Rottura con l’ordine naturale costituito (sindrome di Adamo, conflitto, contrasto tra il Creatore, il Creato e la Creatura. Il Creatore viene annullato, azzerato (separazione tra sesso naturale, biologico e sesso mentale, frutto delle pulsioni dell’io, del desiderio), il Creatore diventa l’uomo-Dio, ossia la Creatura che nega il suo Creatore. E Il Creato diventa un gigantesco laboratorio chimico per egoismi individuali e di massa;
  • Conferma della gnosi, dell’anti-Creazione (Dio creò l’uomo e la donna, fate figli crescete e moltiplicatevi. Soggiogate la terra e gli animali), gnosi (corrente esoterico massonica) che mette al centro, i 56 sessi (catalogo Lbgt) a seconda della biologia, di come mi sento (sesso mentale) e come mi percepiscono gli altri; i figli che non ci sono (aborto), secondo i dogmi del neo-malthusianesimo (siamo troppi le risorse non ci sono), e l’ecologismo (religione rovesciata) che mette gli animali su un piano paritario, addirittura al di sopra dell’uomo.
  • Infine, l’approdo del gender, non è la pluralità dei generi, sinonimo di rispetto, uguaglianza, tolleranza, democrazia, progresso; questa è solo la fase intermedia, quella conclusiva è l’ibrido, l’asessuato. Basti ricordare il sondaggio governativo fatto dal governo Cameron: il 56% dei giovani dai 16 ai 32 anni, si è definito fluido, né etero, né omo. Ecco l’arrivo.

Mettiamo i punti: cos’hanno in comune l’apolide, il precario e l’asessuato? Il nuovo uomo universale, l’uomo ideologico senza identità storica, religiosa, culturale, familiare, lavorativa, sessuale. Non a caso le multinazionali anglo-americane della finanza, della comunicazione, dell’economia (nel nome e nel segno del governo mondiale dell’economia), sono i primi finanziatori dei progetti gender: Apple, Google, Microsoft, Merrilinch, Salomon Brother, Goldamm Sachs.

Gli attentati in Francia ci hanno messo allo specchio. Io non voglio entrare in altre analisi, ma ci ha costretto e ci costringe a interrogarci sulla natura e forza della nostra identità di europei e italiani: siamo ancora un continente di cristiani, di liberali, o piuttosto un contenitore economico di consumatori e basta? Certamente, sempre per avvertire del pericolo che corriamo, i registi del terrore e i costruttori di opinione pubblica, espressione dell’ideologia del governo mondiale, un’idea ce l’hanno: un mondo ateo, tutti secolarizzati, senza identità, sono meglio integrabili e fungibili, sostituibili: tutti schiavi del meccanismo di consumo, tutti schiavi del capitalismo planetario, del villaggio e del mercato globale (nel nome della società liquida). E ciò senza contare che ormai le nostre democrazie sono verticistiche, o non si vota, si comprimono i nostri diritti o si blindano ideologicamente le elezioni.

Alla luce di queste considerazioni, l’unica nostra risposta al terrore è mantenere orgogliosi il nostro stile di vita, non interrogandoci sulla nostra identità, vuol dire solo tutelare il nostro diritto ad andare al ristorante?

Credo che il tema sia più ampio. Non dimentichiamo che i terroristi Isis, usano l’Islam come ideologia, tipica categoria occidentale, come i brigatisti usavano la lotta armata comunista per moralizzare un mondo corrotto dal capitalismo borghese americano. E non dimentichiamo che sono figli di terza o quarta generazione, vittime di politiche folli di integrazione, solo giuridica o sociale (la mera legalità, il posto di lavoro) e non culturale, il che avrebbe presupposto l’individuazione di sintesi culturali, ma anche di incompatibilità, come aveva ammonito il cardinal Biffi).

Quindi fanno bene i genitori a denunciare il pericolo gender, non come una teoria ma come il cavallo di troia di un’altra umanità in progress che sostituisce il vero col falso. “Salvate l’uomo”, diceva Bernanos, “perché poi sarà l’uomo a non voler essere salvato: le società folli producono folli”. E facciamo bene noi a combattere la dittatura del pensiero unico a partire dalle parole. Sempre Bernanos: “Se perdiamo la battaglia delle parole, perdiamo la battaglia delle idee”.

Un invito ai cattolici: riprendiamoci gli spazi pubblici, come ci aveva chiesto papa Benedetto, usciamo dalla psicosi dello Stato confessionale (non possiamo ambire a disegnare cristianamente la società, perché ci accusano e ci autoaccusiamo di imporre i ns valori), cui si contrappone una visione dello Stato laico che da separato, oggi vuol dire solo Stato ateo o laicista giacobino. I cattolici devono recuperare anche il senso del bene comune, della polis, della politica come suprema forma di carità. Devono uscire dal privatismo, dal Mulino bianco, dalla logica dei passeggini e della Chiesa la domenica, come unici atti pubblici. I cattolici fanno parte di una comunità di destino. Papa Giovanni Paolo II aveva già risolto tale problema. Distinguendo tra messaggio universale del cristianesimo, vocazione alla patria celeste e la patria terrena. Rileggetevi il programma valoriale di don Sturzo quando nel 1919 fondò il Partito popolare, il famoso appello agli uomini forti e liberi.

Noi viviamo in una Repubblica parlamentare, Renzi sta costruendo la sua società radicale di massa, le cattive leggi fanno costume, i nostri figli vanno a scuola anche pubblica (non chiudiamoli nei gusci delle scuole private), la piazza in alcuni momenti storici, come quella del prossimo 30 gennaio (il Family Day) è fondamentale, per premere, spaventare, far capire che c’è una maggioranza silenziosa che non si fa condizionare la vita dalla dittatura del pensiero unico.

E attenzione a battaglie estemporanee, come la mera fiscalità per le famiglie. Sacrosanta, ma dentro una strategia che mette al primo posto la pedagogia cristiana, il primato della battaglia antropologica del Vangelo, altrimenti diventa filantropia o teologia della liberazione. Anche la massoneria si preoccupa dei soldi ai poveri. Ben inteso aiutare i poveri è fondamentale ma dentro un dna e un progetto cristiano. Domandiamoci a quale famiglia rischiamo di dare i soldi? A quella delle pulsioni dell’io? Ci vanno al mare. E poi in Francia, la fiscalità alle famiglie, il quoziente familiare, non ha prodotto figli in più