Formazione: dove le aquile hanno osato. La Costituente dei giovani è partita.
Campo Imperatore 2015. Una grande esperienza, di quelle che lasciano il segno. Istruttiva ed affascinante come il luogo che ha ospitato l’incontro. E un segnale ben preciso, che è emerso, per la classe politica, specialmente quella di centro-destra: investire nella cultura, nella formazione e soprattutto nei giovani, la nuova classe politica che dovrà prendere per mano un ambiente che ha definitivamente chiuso un ciclo. Unica condizione per poter tornare forza di governo, in grado di costruire l’Italia del domani.
Grazie alla sensibilità e lungimiranza dimostrata da Fabrizio Di Stefano, parlamentare forzista, da ieri, il processo è partito. Ed è destinato a strutturarsi, prendere forma definitivamente. Le migliori risorse, energie ed esperienze, cominceranno a mettersi in rete, dialogare dal basso e crescere comunitariamente. Nel solco della Tradizione, dell’identità valoriale, dei territori e della modernità, di cui i giovani sono espressione.
Giovani infatti, che, accorrendo in massa a Campo Imperatore (laureati, laureandi, appena iscritti a varie Facoltà), si sono cimentati in focus a 360 gradi, fondamentali per mettere nero su bianco e dare corpo alla carriera e missione del politico, dell’amministratore della cosa pubblica.
Questi i tutor. Marcello Veneziani, giornalista e scrittore, presidente del Comitato scientifico della Fondazione An, Fabio Torriero, direttore di IntelligoNews e docente di comunicazione, Amedeo Giustini, studioso, opinionista e am ministratore pubblico; Luca Lippi, esperto in economia, finanza, geopolitica e geo-economia, Antonello Canzano, docente universitario di sociologia politica, Marco Minnucci, giornalista, hanno animato la tre giorni, fornendo quegli spunti pedagogici, analisi e idee da rimettere al centro dell’emergenza nazionale, per ridisegnare il perimetro di una destra nel centro-destra che verranno.
Fondamentali in questo momento, pre-condizioni costituenti, condivise a Campo Imperatore: ricambio della classe politica; manifesto dei valori non negoziabili, visione chiara degli interessi in gioco nazionali ed europei, per quanto riguarda il rapporto, il collegamento tra crisi economica e questione delle sovranità; e attenzione a tre piazze: il non-voto, il civismo nazionale e la piazza del 20 giugno, che ha puntato l’indice sulla dittatura gender.