Con il suo immancabile sigaro fiuta il vento “europeo” che per la Lega è “un buon vento”. Intelligonews ha intercettato Umberto Bossi a Montecitorio: il vecchio leone parla della Le Pen e gongola perché la scia è la stessa nella quale ieri lui, oggi Salvini, hanno posizionato il Carroccio.

Onorevole Bossi, il successo della Le Pen in Francia e l’avanzata della protesta anti-Ue: per la Lega tira un buon vento?

«Sì, in effetti tira un buon vento. Adesso siamo arrivati al redde rationem: da una parte i popoli dall’altra le lobby e le caste dell’Unione Europea. L’Ue ha sempre difeso il centralismo degli Stati, non ha mai difeso gli interessi dei popoli ma alle prossime elezioni europee i popoli riprenderanno in mano il loro destino».

Scozia, Catalogna, Irlanda, Crimea: la spinta all’autodeterminazione si sta diffondendo a macchia d’olio.
«Sì, i referendum sull’autodeterminazione sono l’unica via d’uscita che hanno i popoli per liberarsi delle nomenclature e del centralismo. Anche se nel caso della Crimea temo che la popolazione russofona andrà in braccio ad un altro centralismo, quello di Putin».

Come valuta l’esito del referendum per l’indipendenza del Veneto?
«Non capisco perché il Trentino-Alto Adige, la Val d’Aosta, il Friuli Venezia-Giulia, la Sicilia, la Sardegna hanno lo statuto speciale e il Veneto no. I veneti parlano una sola lingua, hanno una grande cultura e una gloriosa tradizione sulle spalle, quella della Serenissima».

Qual è lo stato di salute della Lega?
«La Lega è in buona salute e sicuramente alle elezioni di maggio intercetterà la marea montante della protesta nei confronti dell’Unione europea».

Cosa pensa della campagna no-euro?
«Il problema non è solo la moneta ma anche la sovranità economica e monetaria».

Secondo lei Renzi finirà per galleggiare o riuscirà a mantenere le promesse?
«Per ora ho visto tante promesse, ciò che conta sono i fatti concreti».

Però, almeno la riforma del Senato la porterà a casa o no?
«E’ il segno che noi abbiamo ‘leghizzato’ tutti i partiti. Siamo stati i primi ad avanzare la proposta del Senato delle autonomie, anche se il tema è la ridefinizione del Titolo V della Costituzione che ha creato un federalismo incompiuto».